Inn Svizzera una nuova testata giornalistica indipendente segna una pietra miliare nel crowdfunding; e non solo per quello elvetico…

Con un progetto di raccolta fondi lanciato la scorsa primavera da  un gruppo di giornalisti riuniti intorno a Costantin Seibt, la testata Republik può oggi cominciare la sua avventura nel segno del crowdfunding e del finanziamento “dal basso”.

Il progetto “R”

L’idea di lanciare una campagna di raccolta fondi era presa in considerazione come una forma di fattibilità per fondare il giornale con un finanziamento “dal basso”, e sarebbe partito soltanto se si fossero trovate le risorse necessarie. E così, a primavera 2017 tutto quello che esisteva del Progetto “R” era soltanto un’idea, un gruppo di dieci colleghi e un potenziale progetto editoriale, neanche troppo dettagliato: della futura testata non era stato neppure deciso il nome.

Come convincere le persone?

La cifra per cominciare a formare la redazione, la stampa e la diffusione prevedeva l’impegno a convincere almeno 3000 svizzeri a finanziare l’iniziativa sottoscrivendo un abbonamento annuale di 240 franchi svizzeri; circa 220 euro; il crowdfunding fu dunque fissato sulla ambiziosa cifra di 750.000 franchi svizzeri (730 mila euro); al di sotto di tale cifra il progetto “R” non sarebbe partito, per non aprire una testata che dopo pochi mesi è costretta a chiudere. C’è poco da fare; gli svizzeri restano svizzeri…

Ma non è certo cosa facile convincere 3000 cittadini, pure se svizzeri, a compiere donazioni per un progetto che, a conti fatti, non disponeva neppure di un nome sul quale fare leva per attirare donatori e accendere la curiosità.

Eppure è stato proprio il carattere di “cantiere pensante” allestito dal gruppo riunito intorno a Seibt a determinare una delle campagne di crowdfunding più importanti d’Europa.

“il sogno” dentro il crowdfunding…

Per lanciare la campagna di crowdfunding sono stati preparati alcuni video illustrativi del progetto “R” e una serie di articoli nei quali si indicava, sommariamente, quelli che erano le finalità di un progetto editoriale indubbiamente ambizioso, ma certo non nuovo nelle intenzioni di qualsiasi fondazione di una testata; conservare la propria libertà di espressione e di opinione.

Tra le righe però, molti cittadini (non solo svizzeri; molti donatori sono stati stranieri) devono esser riusciti a leggere anche qualcos’altro, qualcosa di cui non si può scrivere dettagliatamente: il sogno.

Dopo aver preparato il lancio con un po’ di social, un po’ di passaparola e qualche voce tra i colleghi, una mattina di fine Aprile la campagna di crowdfunding del Progetto “R” viene fatta partire da una delle piattaforme per la raccolta fondi no profit.

“R” come Rekord!

All’ora di pranzo la cifra era stata, incredibilmente, già raggiunta e superata. Pazzesco. Si trattava già della campagna di crowdfunding di maggior successo mai avvenuta in tutta la Svizzera (capirai, diremo noi…). Ma non era finita.

Dopo 13 ore dal lancio della raccolta fondi la cifra aveva raggiunto donazioni per 1,2 milioni di scellini, fino ad arrivare alla cifra finale di 2,5 milioni (grosso modo 2,3 milioni di euro, scellino più, scellino meno…)

Il Progetto “R” ha battuto tutti i record per campagne di crowdfunding analoghe, compresa quella del “De Correspondent” olandese, chiusa con successo qualche anno prima, ma ad una cifra sensibilmente più bassa.

A quel punto bisognava davvero comiciare, ma Seibt e colleghi lo hanno detto subito; “Abbiamo venduto speranza, non dobbiamo rovinarla”. E così si sono presi sei mesi di tempo per fare le cose come si deve, cominciando dal nome scelto; “Republik”. Ecco cosa era il Progetto “R”…

Dallo scorso 15 gennaio la rivista è una realtà editoriale e la sua nascita resterà una buona pratica da seguire per tutto il crowdfunding no profit.

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Crowdfunding da record dietro la nascita di “Republik”

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