La formazione rivolta ai nuovi volontari di un’ associazione di volontariato non deve fornire soltanto le indicazioni sulle mansioni che i nuovi soggetti andranno a svolgere, ma trasmettere soprattutto la finalità del proprio progetto sociale.
Se la nostra people raising avrà avuto buon esito, grazie ad una call ben pianificata e gestita, è probabile che l’associazione si ritrovi a dover gestire un gruppo di nuovi volontari, molto probabilmente alla prima esperienza.
Il processo di integrazione all’interno di una’ associazione di volontariato deve innanzitutto permettere di creare immediatamente una rete relazionale tra i nuovi volontari e le risorse già presenti all’interno dell’associazione. Un corso di formazione dovrà inoltre prevedere di dare ampio spazio per consentire, ai neo-volontari, di comprendere le ragioni profonde della stessa associazione e il proprio progetto sociale.
È importante pertanto, trasmettere ai nuovi volontari la mission dell’associazione, individuando quelle che sono state le loro ragioni per l’adesione al volontariato.
La “voglia di fare”
Sebbene non siano ancora in possesso di professionalità specifiche odi esperienza nel settore del volontariato, un neo volontario dispone già in partenza di un requisito preziosissimo; la sua voglia di “voler fare”.
Un sentimento prezioso che l’associazione di volontariato dovrà sempre tenere alta, motivando i nuovi volontari all’interno di un percorso che possa strutturare questo sentimento in una deontologia del volontario: “non basta voler fare del bene, ma occorre anche farlo per bene”.
Intorno a questo concetto occorrerà allora strutturare il corso di formazione, ponendo l’attenzione non soltanto su “cosa” l’associazione fa, ma soprattutto sul “come” lo fa.
Come si struttura un corso di formazione per neo volontari?
Gli incontri andranno calendarizzati tenendo conto delle disponibilità di ciascun partecipante, ma senza essere troppo diluiti nel tempo; per creare una solida rete relazionale tra “vecchi” e “nuovi” volontari occorrerà non far passare troppo tempo tra un’incontro e l’altro.
La durata di un corso può variare a seconda dell’entità del progetto sociale, ma non deve mai essere inferiore almeno a quattro appuntamenti (di 2 o 3 ore ciascuno).
È opportuno, inoltre, creare incontri informali tra i diversi volontari, in modo da intrecciare sin da subito quelle relazioni che si riveleranno, quando operativi, estremamente preziose per il lavoro di squadra.
Nel corso sarà dato ampio spazio ai Fondatori dell’associazione, alle loro motivazioni, e qualora potesse essere realizzabile, chiamare in causa anche le persone che beneficiano del lavoro stesso dell’ associazione di volontariato, in modo da riportare il proprio punto di vista e trasmettere, concretamente, il senso del proprio lavoro che i nuovi volontari andranno a svolgere.
Saper motivare i propri volontari è il compito più importante di un’ associazione di volontariato, e questo lavoro deve necessariamente cominciare sin dall’inizio del percorso formativo.