L’America, e nello specifico gli Stati Uniti, sono per molti versi il paese dove il crowdfunding è maggiormente sviluppato e dove la strategia di comunicazione è una vera e propria scienza, più o meno esatta.
La crescita esponenziale del no profit degli ultimi tre decenni ha indubbiamente una patria: gli Stati Uniti d’America. È proprio nella culla del capitalismo e del profitto che le economie no profit hanno immediatamente trovato il terreno fertile per crescere e germogliare, potendo contare su una popolazione abituata e già predisposta ad essere un consumatore forte (e quindi anche consumatori di donazioni) e sullo sviluppo delle nuove tecnologie digitali, web e sarin economy in testa, che li pongono ancora un pezzo avanti alla vecchia Europa.
Ma gli americani sono comunque un popolo stravagante e dalle mille facce, capace cioè di essere al contempo sia proteso verso lo sviluppo delle nuove tecnologie e dell’innovazione sociale promossa dalle facoltose Fondazioni e Università americane, sia di proporre soluzioni decisamente più… casarecce pur di raggiungere i propri obiettivi.
Pratici, pragmatici e programmatici
Su queste pagine ci siamo spesso occupato degli aspetti più innovativi del crowdfunding d’oltreoceano, della forte implementazione tecnologica all’economia no profit e alla immensa libertà che dimostrano gli statunitensi quando si pongono nella posizione di donatori; per loro, è sempre una questione di (sana) competizione e di primato.
Ma c’è accanto a questa America anche un’altra america, da scrivere con la lettera minuscola soltanto perché non si impone all’attenzione del vecchio continente, disinteressata e annoiata da quelli che sono i canali di comunicazione globali, e che forse, proprio per questo, mantiene in maniera più intatta certe identità radicali, soprattutto delle regioni interne, da sempre più conservatrici e meno inclini ad apparire cool.
Quali sono le strategie di comunicazione e di crowdfunding per questo genere di pubblico?
(continua…)