L’approccio europeo alla progettaizone è fondato sul Logical Framework (Quadro Logico) fondato sulla relazione tra alcuni elementi (obiettivi, risultati attività). Negli anni questa matrice è evoluta ed è stata modificata soprattuto con l’affermarsi della Teoria del Cambiamento. Chiariamo subito che IMPATTO propone l’applicazione del QL proprio del programma europeo di cooperazione denominato EUROPE AID. Sebbene questo nuovo QL sia stato introdotto già nel 2015, la gran parte dei formulari oggi in uso è organizzato ancora sulla base del vecchio QL. Vediamo le differenze e capiamo il motivo della scelta applicata al metodo IMPATTO.
Il Quadro Logico è una matrice che aiuta a sistematizzare l’intervento progettuale mettendo in relazione causa ed effetti. Se oggi legessimo la guida all’europrogettazione (https://www.guidaeuroprogettazione.eu/guida/introduzione-alla-guida/) troveremmo la formulazione di seguito riportata e probabilmente la più conosciuta.
È possibile leggere diffusamente dell’applicazione della matrice a partire da pagina 70 della citata guida. Non di meno affronteremo la questione in aula. Qui però occorre sottolineare come l’impostazione del QL determina la modalità con la quale sono trutturati la gran parte dei formulari associati agli avvisi di finanziamento nazionali ed europei. Ci chiederanno sempre l’obiettivo specifico, i risultati attesi e le attività per raggiungerli. Il limite di questa impostazione è quello di concentrarsi prevalentemente sui risultati attesi in termini di produzione di beni e servizi dando per scontato che la fruizione di tali beni e servizi sia in sè sufficiente al soddisfacimento dell’obiettivo specifico. Per essere più chiari tale approccio si focalizza sulla necessità ad esempio, di fare 100 ore di formazione a insegnanti per favorire l’integrazione dei bambini stranieri nelle scuole italiane lasciando sullo sfondo il fatto che tale formazione generi effettivamente bambini stranieri più integrati. Insomma l’impostazione è monca di un elemento centrale della progettazione o meglio, del motivo stesso della progettazione e vale a dire il cambiamento.Si progetta per il cambiamento abbiamo detto. E dunque? L’outcome, ossia il risultato in termi di cambiamento della condizione del beneficiario e, a seconda dell’orientamento dell’operatore, il cambiamento delle abitudini del beneficiario, devono giocare un ruolo ben definito nello sviluppo della logica progettuale. Per questo motivo potremmo dire che anziché ragionare di obiettivi specifici potremmo ragionare di Outcome che intendiamo generale, inserendo lo stesso in una colonna a se stante del quadro logico distinta dalla colonna dei risultati attesi in termini di produzione di beni e servizi. Meglio ancora se la nostra logica dell’intervento diventi, per meglio rappresentarla, una conseguenza di rilultati concatenati (una catena di risultati) di Attività tese a realizzare beni e prodotti funzionali a produrre un cambiamento sia nel corso del progetto che successivamente alla sua conclusione, concorredo a generare livelli di impatto sociale programmati dal decisore politico. Nella tabella che segue mettiamo a confronto le tre impostazioni.
Il metodo IMPATTO, facendo propria la Teoria del Cambiamento prima di tutto dal punto di vista della cultura dell’agire sociale, muove dal terzo approccioche è definito dalla parte in grassetto poco sopra esplicitata. Questa impostazione consente di dedicare maggiore attenzione ai processi di cambiamento e di rendere l’analisi dei punti di forza e di debolezza, delle opportunità e delle minacce del progetto non funzionale soltato all’organizzaizone di un servizio o alla produzione di un bene ma al processo di cambiamento stesso. Si potrebbero fare tanti esempi oltre a quello proposte dell’insegnate ma probabilmente la differenza dei diversi approcci risulta ora abbastanza chiara. IMPATTO ora però ha il problema di far conciliare l’approccio incentrato sugli outcome a quello sugli output che come abbiamo detto risulta prevalente. Il metodo agisce prevalentemente sul livello della formulazione degli obiettivi specifici e sull’articolazione di specifici pacchetti di attività che rendono sovrapponibile l’approccio tradizionale del QL con l’approccio condizionato dalla Teoria del Cambiamento. Vedremo come, intanto si raccomanda la lettura dell’articolo e degli approfondimenti lincati al suo interno.