Si alzano le aspettative per la gestione dei siti archeologici da parte delle associazioni no profit. Il bando dovrebbe essere pronto per la fine di agosto

L’annuncio è stato dato direttamente dal Ministro per i Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, qualche settimana fa; dare la possibilità alle associazioni no profit, dietro bandi di gara, di poter gestire quei siti archeologici che sono attualmente chiusi o versano in grave difficoltà per carenza di personale. Le norme in vigore già consentono questo tipo di attività, ma si tratterebbe di indire bandi di gara specifici per incaricare direttamente le associazioni iscritte all’anagrafe delle onlus per la gestione dei siti archeologici o di interesse culturale, con una procedura più snella e veloce.

L’idea, non nuova, potrebbe diventare finalmente realtà entro breve tempo. Le indicazioni fornite dallo stesso Ministro parlano addirittura di bandi di gara che dovrebbero essere pronti già per fine agosto. Le associazioni del terzo settore chiedono da anni un intervento in tale direzione proprio per valorizzare al meglio le attività associazionistiche e quelle dell’immenso patrimonio culturale italiano. I siti che già da anni sono gestiti in maniera analoga infatti hanno dimostrato che questa collaborazione ha ottime ripercussioni sotto il profilo della valorizzazione e della tutela. Le associazioni no profit non si occupano soltanto dell’apertura dei siti, altrimenti inaccessibili, ma hanno dimostrato anche di saperne gestire la tutela e la comunicazione, quest’ultima soprattutto con l’utilizzo dei canali web e con una comunicazione territoriale forte.

Va inoltre tenuto conto del fatto che molte associazioni culturali possono vantare al loro interno personale con una specifica formazione culturale, spesso proprio in prospettiva di tutela e valorizzazione, che tuttavia non trovano spazio nei canali istituzionali. In questo modo dunque non soltanto si realizzerebbe una valorizzazione dei siti culturali, ma anche di quell’immenso altro patrimonio italiano che è costituito proprio dal personale di alto profilo professionale che tuttavia resta troppo spesso inutilizzabile.

Le associazioni non trarrebbero un diretto vantaggio economico da questa  collaborazione in quanto non si parla di una concessione, ma di un affido, tuttavia potrebbero in questo modo accedere con maggiore facilità ai finanziamenti europei per la valorizzazione del patrimonio culturale comune dell’Europa. Le politiche europee sono da sempre fortemente orientate su questo aspetto di tutela delle diverse specificità (della lingua, del territorio e dell’ambiente e della cultura) con agevolazioni di progetti d’impresa in ambito culturale e artistico.

Una buona notizia quindi per tutte le associazioni no profit, sperando che i tempi legislativi siano finalmente maturi e che si possa così cominciare nel migliore dei modi l’autunno culturale del bel paese.

Vuoi saperne di più? Chiedi un supporto.

Associazioni no profit al servizio della cultura

Privacy

14 + 15 =

Scrivici se vuoi una mano su questo argomento.