GAZA. Carri armati israeliani a Rafah, civili in fuga

da | Pagine Esteri






Pagine Esteri, 7 maggio 2024. L’esercito israeliano ha occupato il versante palestinese del valico di Rafah, utilizzato dai civili per potersi muovere da Gaza all’Egitto. Un valico importantissimo, in modo particolare in questi mesi di guerra, per centinaia di civili, soprattutto feriti e malati. Il valico è chiuso anche per gli aiuti umanitari e Israele ne ha vietato l’utilizzo anche al personale delle Nazioni Unite: “Al momento non abbiamo alcuna presenza fisica al valico di Rafah – hanno dichiarato i portavoce ONU – perché [Israele] ci ha rifiutato l’accesso all’area”.

La Striscia è dunque completamente circondata da Israele e isolata dal resto del mondo.

I bombardamenti non si sono fermati durante la notte e almeno 12 civili sono stati uccisi nelle ultime ore. L’esercito israeliano ha bombardato questa mattina un’area nel campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza, provocando numerosi feriti, tra cui bambini. Nuseirat è una delle aree verso cui si stanno dirigendo i palestinesi in fuga da Rafah.

Israele parla di una ventina di uomini di Hamas uccisi nella notte e di alcuni tunnel distrutti. L’esercito ha fatto circolare le immagini riprese dall’alto dei carri armati che hanno preso posizione in un valico di Rafah completamente svuotato dai palestinesi. Anche la bandiera che sventolava è stata sostituita con quella dello “Stato ebraico”.

L’invasione di Israele è seguita alla notizia, confermata dal leader di Hamas Ismail Haniyeh, di aver accettato la proposta del Qatar e dell’Egitto per il il cessate il fuoco. Dopo soli pochi minuti Tel Aviv ha fatto sapere di non aver approvato l’intesa accettata da Hamas, un accordo in tre fasi che parla di scambio di ostaggi e prigionieri palestinesi e di ritiro delle forze israeliane da Gaza. Un ritiro che dovrebbe comprendere il corridoio Netzarim che taglia in due Gaza e che consente all’esercito di muoversi in ogni punto della Striscia.

L’esercito israeliano ha ordinato ieri alla popolazione di Rafah orientale, almeno 100.000 persone, di lasciare l’ultima città-rifugio della Striscia prima di un intervento militare. A Rafah si trova la maggior parte della popolazione di Gaza, circa 1 milione e 400 mila palestinesi, molti dei quali sfollati più volte da diverse città. L’esercito ha utilizzato volantini, telefonate, sms, trasmissioni radio per avvertire i palestinesi che se non avessero abbandonato le aree indicate, avrebbero messo in pericolo la propria incolumità e quella delle loro famiglie.

In seguito agli avvisi, parte della popolazione ha tentato la fuga, spaventata per ciò che sarebbe avvenuto e per la violenza degli attacchi.

Molte delle persone che stanno lasciando Rafah sono sfollati che hanno già più volte abbandonato le proprie abitazioni o i propri rifugi su ordine dell’esercito israeliano. Purtroppo a Gaza, come da mesi ripetono le associazioni internazionali e le Nazioni Unite, non esistono posti sicuri. La fame è a livelli altissimi, il sistema sanitario è collassato, la distruzione è estrema e sarà del tutto impossibile, in queste condizioni, gestire lo spostamento massiccio della popolazione.

A Gaza festeggiano la notizia del possibile cessate il fuoco

A Gaza centinaia di persone, dopo la notizia dell’accordo, sono scese in strada per festeggiare la notizia del possibile cessate il fuoco.

Il ministro israeliano della sicurezza nazionale ha commentato ieri sui social che l’unica risposta da dare ad Hamas era l’occupazione di Rafah e l’aumento della pressione militare. Cosa che, nei fatti, è accaduta.

I bombardamenti israeliani colpiscono bambini vicino al campo di Nuseirat

Il portavoce del Dipartimento di Stato USA, Matthew Miller, ha dichiarato ieri che gli Stati Uniti stavano “rivedendo la risposta [di Hamas] con i nostri partner nella regione”, aggiungendo che l’avrebbero discussa nelle prossime ore. “Continuiamo a credere che un accordo sugli ostaggi sia nel migliore interesse del popolo israeliano e del popolo palestinese”, ha dichiarato Miller.

L’Egitto ha condannato l’attacco e l’occupazione di Rafah, azioni che possono “rendere vani” gli sforzi diplomatici per un reale cessate il fuoco. Pagine Esteri






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