“La Pietà di Gaza”, lo sguardo su una perdita inimmaginabile

da | Pagine Esteri






(Traduzione di Federica Riccardi) –

https://www.worldpressphoto.org/collection/photo-contest/2024/Mohammed-Salem-POY/1

Pagine Esteri, 23 aprile 2024.  Concorso fotografico 2024, Foto dell’anno della stampa mondiale. Una donna palestinese abbraccia il corpo di sua nipote, FOTOGRAFO Mohammed Salem, Reuters

Il 17  ottobre 2023 Inas Abu Maamar (36 anni) culla il corpo di sua nipote Saly (5 anni), uccisa insieme alla madre e alla sorella quando un missile israeliano ha colpito la loro casa, a Khan Younis, Gaza.

Motivazioni della giuria

La giuria è rimasta profondamente colpita dal modo in cui questa immagine evoca una riflessione emotiva in ogni spettatore. Composta con cura e rispetto, offre allo stesso tempo uno sguardo metaforico e letterale su una perdita inimmaginabile. Ambientata in un contesto medico geograficamente distante, risuona a livello globale, esortandoci a confrontarci con la nostra desensibilizzazione alle conseguenze dei conflitti umani. L’immagine è stratificata e rappresenta la perdita di un bambino, la lotta del popolo palestinese e i 31.000 morti in Palestina. Simboleggiando il tributo del conflitto, l’immagine fa una dichiarazione sull’inutilità di tutte le guerre. La giuria ha riconosciuto che questo fotografo era stato premiato per lo stesso soggetto quasi dieci anni fa, sottolineando la continua lotta per il riconoscimento di un tema così urgente.

Il dolore a Gaza e la perdita di una bambina

Nella foto, che si vede qui sotto, la donna culla un bambino tra le braccia, in equilibrio sulle ginocchia. È un’immagine che risuona, antica come la storia dell’umanità.

Ma in una cupa inversione del familiare, vediamo che il bambino che tiene stretto è un cadavere, avvolto in un sudario. È un momento tranquillo di intenso dolore. La donna indossa un foulard e ha il capo chino. Non possiamo vedere chi è, né possiamo sapere nulla del bambino, nemmeno se è un maschio o una femmina.

Il bambino è uno dei tanti che hanno perso la vita da entrambe le parti nella guerra tra Israele e Hamas. La maggior parte di loro ha un nome che non conosceremo mai e la cui morte provocherà una vita di dolore per i membri della famiglia che non incontreremo mai. Secondo l’UNICEF, nel XXI secolo una media di quasi 20 bambini al giorno sono stati uccisi o mutilati nelle guerre di tutto il mondo.

Concorso fotografico 2024, Foto dell’anno della stampa mondiale. Una donna palestinese abbraccia il corpo di sua nipote. Mohammed Salem, Reuters

Il fotografo della Reuters Mohammed Salem* si trovava a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, il 17 ottobre, all’obitorio dell’ospedale Nasser, dove i residenti si stavano recando per cercare i parenti scomparsi.

“È stato un momento forte e triste e ho pensato che la foto riassumesse il senso più ampio di ciò che stava accadendo nella Striscia di Gaza”, ha detto. “La gente era confusa, correva da un posto all’altro, ansiosa di conoscere il destino dei propri cari, e questa donna ha catturato la mia attenzione perché teneva il corpo della bambina e si rifiutava di lasciarlo andare”.

Il momento è stato particolarmente toccante per Salem, la cui moglie ha dato alla luce il proprio figlio pochi giorni prima.

A Gaza, dove ci sono stati blackout delle comunicazioni, rintracciare le persone è stato difficile. Ma due settimane dopo lo scatto, la Reuters è riuscita a rintracciare la donna della foto e a intervistarla nella sua casa di Khan Younis.

Si tratta di Inas Abu Maamar e il corpo che teneva in braccio nella foto era quello di sua nipote Saly, di 5 anni.

Inas era corsa a casa dello zio quando aveva sentito che era stato colpito, e poi all’obitorio.

“Ho perso la coscienza quando ho visto la bambina, l’ho presa in braccio”, ha raccontato. “Il medico mi ha chiesto di lasciarla andare… ma io gli ho detto di lasciarla con me”.

Anche la madre e la sorella di Saly sono state uccise, insieme allo zio e alla zia di Inas. Saly era una delle preferite di Inas: era solita passare da casa della nonna mentre andava all’asilo e chiedere alla zia di scattarle delle foto con il cellulare.

“La maggior parte dei video e delle foto nel mio cellulare sono di lei”, ha detto Inas.

Ahmed, il fratello di 4 anni di Saly, era fuori dalla casa quando è stata colpita ed è sopravvissuto. Ora vive con Inas. Ma ha poca voglia di giocare, dice Inas. Parla raramente, se non per chiedere dove sia sua sorella Saly.

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*Mohammed Salem (nato nel 1985) è un fotoreporter palestinese con sede nella Striscia di Gaza.

Salem ha conseguito una laurea in media presso l’Università di Gaza e lavora con Reuters dal 2003. Sebbene il suo obiettivo principale sia quello di documentare il conflitto tra palestinesi e israeliani, ha anche coperto diversi eventi di cronaca internazionale.

Salem è stato uno dei vincitori del China International Press Photo Contest del 2004 e ha vinto due volte il Pictures of the Year International (POYI), nel 2018 e nel 2023. Salem ha anche ricevuto il Dubai Press Club media award, un premio assegnato a giovani fotografi arabi.

Partecipazione al World Press Photo:

Vincitore del concorso World Press Photo 2024

2011 Partecipante alla Joop Swart Masterclass

Vincitore del concorso World Press Photo 2010

Mohammed Salem sui Social Media:
Instagram: @mohammedsalem85
Twitter: @msalem66






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